Cos’è il test per le cellule B di memoria contro la Proteina Spike di SARS-COV2?
In immunologia, una Cellula B di Memoria è un tipo di linfocita B “maturo” che fa parte del sistema immunitario adattativo. Queste cellule si sviluppano all’interno dei centri germinali degli organi linfoidi secondari (linfonodi e milza). Le cellule B della memoria circolano nel flusso sanguigno in uno stato di quiescenza, a volte per decenni. La loro funzione è quella di memorizzare le caratteristiche dell’antigene che ha attivato la loro cellula B genitore durante l’infezione iniziale (ad esempio il virus SARS Cov-2) in modo tale che se la memoria incontra successivamente lo stesso antigene, il virus viene catturato da cellule B sentinella specializzate chiamate Cellule presentanti l’antigene (APC) e mostrato alla specifica cellula B di memoria innescando una risposta immunitaria secondaria accelerata e robusta in sole 12/24 ore. Dopo tale contatto le cellule di memoria B si trasformano velocemente in plasmacellule adibite alla produzione e alla secrezione nel sangue una grande quantità di immunoglobuline IgG in grado di bloccare l’infezione
Che informazioni da questo test in più del test anticorpale IgG/IgM?
La durata della risposta immunitaria a SARS-CoV-2 continua ad essere un tema ricorrente in questa pandemia. E non può essere diversamente: comprendere per quanto tempo una persona che ha già superato l’infezione possa considerarsi protetta è una priorità e con le vaccinazioni contro il Covid-19 questa domanda ha acquisito ulteriori risvolti. Per iniziare a conoscere la durata dell’immunità offerta dai vaccini dovremo aspettare almeno qualche mese, ma intanto hanno fatto molti passi avanti gli studi che avevano l’obiettivo di capire la persistenza degli anticorpi neutralizzanti e delle cellule della memoria tra le persone che in passato sono state contagiate. A gennaio 2021 sono stati pubblicati tre lavori, uno su Science, uno su Science Immunology e uno su Nature, i cui risultati vanno nella stessa direzione: gli anticorpi, pur persistendo per il un periodo di almeno sei mesi, decadono nel tempo. Tuttavia questo non vuol dire che l’organismo umano, in caso di successiva nuova esposizione al virus, si ritrovi privo di protezione. La memoria immunologica si basa su meccanismi articolati e la capacità di riattivazione delle cellule B e dei linfociti T rappresenta una risorsa molto importante, anche se varia parecchio da una persona all’altra. Queste cellule della memoria permangono nel circolo sanguigno e negli organi linfatici secondari anche per lunghi periodi e nel caso di una nuova esposizione al patogeno si riattivano e iniziano a proliferare in modo molto rapido e producono un’enorme quantità di linfociti B o T, a seconda della cellula di memoria di partenza, che sono esattamente quelli capaci di riconoscere il patogeno a cui eravamo già stati esposti in precedenza. I recenti studi che sono usciti anche su Science e Nature hanno dimostrato non solo che l’infezione da SARS-CoV-2 provoca lo sviluppo di anticorpi che permangono per molti mesi nel sangue delle persone guarite, ma anche che le cellule della memoria persistono senza diminuire per un periodo che dura anche anni. Non solo: sembra anche che durante questo periodo di permanenza maturino e si specializzino ancora di più nel riconoscimento delle proteine, degli epitopi principali del virus e siano quindi anche più neutralizzanti rispetto a quelle che vengono prodotte nelle prime fasi della risposta immunitaria.
PAZIENTE NEGATIVO PAZIENTE POSITIVO
Esempi di Grafici di Citometria a fusso che mostra, nella selezione, come in pazienti positivi ci sia un evidente aumento delle Cellule B di Memoria (CD19+ / CD27+) che si legano alla proteina Spike. Nella figura è mostrato a sinistra un paziente non vaccinato mai entrato in contatto con il Sar-Cov2 e nella figura di destra è riportato un paziente convalescente COVID-19.
Referenze
Gaebler, C., Wang, Z., Lorenzi, J.C.C. et al. Evolution of antibody immunity to SARS-CoV-2. Nature 591, 639–644 (2021). https://doi.org/10.1038/s41586-021-03207-w
Dan, M.J., Mateus, J., Kato, Y. et al, Immunological memory to SARS-CoV-2 assessed for up to 8 months after infection. Science 371 (2021). doi: 10.1126/science.abf4063
Hartley, G.E., Edwards, E.S.J., Aui, P.M, et al. Rapid generation of durable B cell memory to SARS-CoV-2 spike and nucleocapsid proteins in COVID-19 and convalescence. Science Immunology (2020) doi: 10.1126/sciimmunol.abf8891