cardiotocografia

Cardiotocografia

La cardiotocografia o monitoraggio del battito cardiaco fetale si esegue a vescica vuota. 

COME SI ESEGUE:
Si applicano sull’addome materno due fasce recanti un diverso trasduttore, uno per la registrazione della frequenza cardiaca fetale ed una per la registrazioni dell’eventuale attività contrattile. La sua durata è variabile dovendosi, di regola, registrare un periodo di attività ed uno di quiete del feto in utero. Tali fasi sono variabili in relazione all’età gestazionale ed all’ora del giorno, nonchè a vari componenti individuali. Solitamente il periodo di registrazione varia dalla mezz’ora ai 90 minuti, durante i quali la gestante dovrà rimanere sdraiata, con la possibilità di ruotarsi di fianco, senza fumare, in un ambiente tranquillo e riservato.

La cardiotocografia va eseguita solitamente dopo la 34° settimana di gestazione. Esso, di regola, non va eseguito in epoca più precoce ma possono darsi casi particolari. Normalmente l’esame va ripetuto più volte, a distanza di giorni o settimane, ad assoluto giudizio del ginecologo curante, fino al parto.
Fornisce una valutazione del benessere fetale, particolarmente nell’ipossia acuta. Registrando la frequenza cardiaca esso può studiare il comportamento del cuore del feto in condizioni basali e durante una contrazione.

L’osservazione dei diversi comportamenti del battito, unitamente all’osservazione dei movimenti degli occhi permise, più di un decennio fa’ di scoprire che il feto aveva in utero delle fasi di sonno e veglia, di quiete ed attività, fornendo importantissime acquisizioni sulla conoscenza della vita fetale. Lo studio della frequenza cardiaca e della variabilità del battito in utero fornisce oggi delle informazioni di un indiscusso valore sullo stato di benessere del feto.

L’eventuale riscontro di decelerazioni del battito, a seconda della loro forma rappresenta un indicatore formidabile di diversi gradi di sofferenza. Le decelerazioni precoci non necessitano di trattamento essendo dovute a compressioni sulla testa fetale dovute a contrazioni e spinte, le variabili sono in relazione a diversi gradi di stiramento e compressione del funicolo ma quelle tardive rappresentano un’emergenza che va prontamente affrontata e risolta. Fornisce inoltre informazioni sull’attività contrattile dell’utero. Questi tracciati risultano particolarmente utili nell’approssimarsi del parto.

Tale esame è normalmente alla portata di un operatore di media esperienza. Ciononostante è preferibile che la lettura dei tracciati sia affidata ad un ginecologo perinatologo.


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