Ecografia mammaria Roma: scegli l’avanguardia nello studio del seno
Che cos’è l’ecografia mammaria duttulo-radiale?
Si tratta dell’indagine di prima istanza per individuare e monitorare forme nodulari del seno.
Si utilizza una sonda ad elevata frequenza (oltre 10MHz) che, posta a contatto del seno, segue il decorso dei principali dotti galattofori, ricercando eventuali patologie a carico dei dotti stessi e dei lobi.
Ecografia mammaria o mammografia?
L’ecografia mammaria non sostituisce la mammografia ma integra l’indagine mammografica per le donne che hanno superato i 40 anni.
L’ecografia mammaria duttulo-radiale è dolorosa? Come si esegue l’esame?
L’esame non è fastidioso perché non si esercita una consistente pressione sul seno.
Si esegue ponendo la donna seduta e sdraiata. Il tempo necessario all’esplorazione di tutto il seno con tale tecnica dipende dalle dimensioni delle mammelle e dalla complessità dei dotti, quindi può durare da un minimo di 20 minuti ad oltre un ora.
L’esame può essere eseguito in qualsiasi fase del ciclo mestruale, in età prepubere ed in menopausa. Ovviamente, non contemplando l’uso di radiazioni ionizzanti, può essere tranquillamente utilizzato in gravidanza.
Ecografia mammaria Roma: a cosa serve l’esame?
Serve per dimostrare con grande accuratezza e precisione la presenza di una patologia del seno. In particolare tale metodica permette di individuare molto precocemente una neoplasia mammaria.
Si possono riconoscere tumori duttali molto tempo prima che questi divengano visibili all’esame radiologico mammografico.
Le possibilità diagnostiche di questo esame dipendono in gran parte dall’operatore. In buone mani l’ecografia radiale del seno, contrariamente all’ecografia mammaria convenzionale, presenta enormi capacità diagnostiche e rappresenta l’esame più affidabile e precoce nel dimostrare l’esistenza di un tumore mammario.
Cosa succede nel caso in cui l’ecografia al seno individui un’area sospetta?
Una volta individuata un’area sospetta, si deve sempre procedere ad un’aspirazione ecoguidata della lesione.
Questa tecnica, oggi diffusissima si chiama “fine needle aspiration”, che vuol dire “aspirazione mediante un ago sottile”. Si tratta di una vera e propria agobiopsia ecoguidata che permette di prelevare alcune cellule esattamente nell’area di tessuto che l’esame ecografico ha individuato come “sospetta”. Solo così si può veramente eseguire una diagnosi precoce delle neoplasie galattoforiche.
La diagnosi citologica eseguita attraverso la puntura del nodulo con un ago sottile è sicura, poco fastidiosa e non espone a nessun rischio di disseminazione nel caso in cui il nodulo fosse un tumore maligno. Si tratta, quindi, dell’unico metodo veramente efficace per riconoscere i tumori al loro nascere e per salvare numerose vite.
In quale misura questo esame dipende dall’esperienza e dalle capacità dell’operatore?
In misura totale. L’esame deve essere affidato esclusivamente ad un operatore molto esperto, solitamente un ginecologo o un radiologo che abbia seguito un training specifico e che abbia praticato per anni l’ecografia del seno.
Si richiede un operatore profondamente avvezzo a riconoscere le immagini ecografiche. La sua capacità nell’interpretare le immagini rappresenta l’elemento fondamentale che fa di tale metodica uno strumento diagnostico di formidabile capacità.