Ecografia tiroidea e delle paratiroidi

Ecografia Tiroidea e delle paratiroidi

Informazioni

Per l’ecografia alla tiroide si utilizza una sonda ad elevata frequenza (7.5 e 10MHz) che, posta a contatto del collo, esplora i lobi tiroidei, la loro struttura, i vasi e gli organi contigui come la trachea e l’esofago. L’esame non necessita di nessuna particolare preparazione, può essere eseguito in ogni momento, anche durante le terapie tiroidee. Non è fastidioso perché non si esercita una consistente pressione sul collo. Si esegue in posizione supina, con il collo iperesteso. Il tempo necessario all’esplorazione di tutta la tiroide con tale tecnica dipende dalla problematica che si riscontra, può durare da un minimo di 10 minuti a 20 minuti.

Perché la si fa e quali informazioni fornisce

Serve per dimostrare con grande accuratezza e precisione la presenza di una patologia della tiroide. In particolare tale metodica 

permette di individuare la presenza  di alterazione della struttura dell’intera ghiandola o di noduli. In particolare permette di analizzare la natura dei noduli e discriminare tra lesioni di tipo solido e liquido, di natura benigna o maligna, avvalendosi anche dell’ausilio del color e del power Doppler che permettono di valutare con esattezza la vascolarizzazione di eventuali patologie nodulari ed orientare verso il tipo di diagnosi di natura benigna o maligna e dunque permettere ulteriori approfondimenti diagnostici. Tale esame non sostituisce le scintigrafie, che invece danno un’indicazione sulle aree di attività della ghiandola, nè gli esami ormonali che indicano il funzionamento e la produzione di ormoni. Esso è invece essenziale per diagnosticare o sospettare l’insorgenza di una patologia organica (cisti, noduli, tumori). Una volta individuata un’area sospetta si dovrebbe sempre procedere ad un’aspirazione ecoguidata della lesione.

Questa tecnica, oggi diffusissima, si chiama: fine needle aspiration, che vuol dire aspirazione mediante un ago sottile. Si tratta di una vera e propria agobiopsia ecoguidata che permette di prelevare alcune cellule esattamente nell’area di tessuto che l’esame ecografico ha individuato come “sospetta”. Solo così si può veramente eseguire una diagnosi precoce delle neoplasie . La diagnosi citologica eseguita attraverso la puntura del nodulo con un ago sottile è sicura e per nulla  fastidiosa, non espone a nessun rischio di disseminazione nel caso che il nodulo fosse un tumore maligno ed è l’unico metodo veramente efficace per riconoscere i tumori al loro nascere e per salvare numerose vite.

In quale misura questo esame dipende dall’esperienza e dalle capacità dell’operatore

In misura totale. L’esame deve essere affidato esclusivamente ad un operatore molto esperto. Solitamente un medico internista o un radiologo con esperienza endocrinologica che abbia seguito un training specifico. Si richiede un operatore profondamente avvezzo a riconoscere le immagini ecografiche. La sua capacità nell’interpretare le immagini, rappresenta l’elemento fondamentale che fa di tale metodica uno strumento diagnostico di formidabile capacità. E’ inoltre richiesta una profonda conoscenza della fisiopatologia della ghiandola e sulla storia naturale delle affezioni di tale organo.


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