La pertosse è una patologia in crescita in tutti i Paesi occidentali. E spesso le peggiori conseguenze si manifestano quando il contagio avviene gravidanza. La mamma può infatti trasmettere l’infezione al feto e, secondo le stime, quasi il 2% dei bambini infettati entro il primo anno di vita muore. Ora un nuovo test, messo a punto dagli istituti di ricerca del centro clinico Altamedica di Roma, è in grado di individuare tutte le complicazioni più pericolose in gravidanza e valutare l’opportuna protezione. Il medico può così sapere se la gestante è affetta da pertosse e quali soggetti siano da vaccinare, scongiurando il rischio per la gestante ed il neonato.“Il pregnancy complication test è un test multiplo in grado di valutare, conoscere e prevenire tutte le problematiche più importanti della gravidanza – spiega Claudio Giorlandino, direttore generale dell’Italian college of fetal maternal medicine – E la pertosse oggi sta diventando un’emergenza sanitaria anche tra le future mamme. La maggior parte delle persone non è protetta da questa malattia ed emerge sempre più la necessità di vaccinare le donne in gravidanza, in modo da impedire malattie o ricadute per la madre e rendere immune il feto attraverso il passaggio di anticorpi specifici che, dopo la nascita, possano proteggere il neonato da questa grave infezione”.
Il test analizza la quantità di anticorpi IgG (quelli che passano la placenta) e, al di sotto di una determinata protezione (in genere inferiore a 50 IU/ml) suggerisce al medico la necessità di vaccinare la gestante mentre, per valori superiori (tra 50 e 100 IU/ml) la quantità è appena sufficiente a proteggere la madre. Valori più elevati (oltre 100 IU/ml) indicano infezione in atto e quindi impongono particolari attenzioni alla nascita (allontanamento dalla puerpera).