L’Insufficienza Venosa degli Arti Inferiori è una delle patologie più frequenti in Italia e una delle prime cause di richiesta di trattamento, colpisce il sesso femminile in misura quasi doppia rispetto a quello maschile e la sua prevalenza aumenta con l’età.

Tra i fattori di rischio vi sono familiarità, età, sesso femminile, gravidanza, obesità, statura elevata e lunghi tempi trascorsi in stazione eretta.

La persistenza di valori pressori elevati nella Insufficienza Venosa e la stasi venosa sono dovute principalmente ad alterazioni anatomiche delle vene coinvolte.

L’ingrossamento delle vene, la distorsione delle valvole venose e l’irregolarità della parete sono responsabili della difficoltà di svuotamento delle vene in posizione eretta.

Nel processo di deterioramento la parete venosa è soggetta a forze di stiramento e allungamento che sfociano nella formazione di vene varicose. Si tratta di un processo doloroso, spesso accompagnato da sensazione di pesantezza, bruciore, formicolio e gambe irrequiete.

I sintomi dell’Insufficienza Venosa spesso non sono correlati alla gravità della patologia e possono essere presenti in qualunque stadio.

Per quanto riguarda i segni dell’Insufficienza Venosa si può distinguere tra fasi precoci, che vanno dalle teleangectasie (capillari), fino alle vene varicose, e stadi più avanzati che vanno dall’edema (aumento di volume dell’arto, specie la sera), considerato come primo segno di scompenso della Insufficienza Venosa Cronica, alla dermatite e alle ulcere nei casi più gravi.

Ed è proprio con questo criterio che oggi in tutto il mondo vengono classificati i gradi e gli stadi dell’Insufficienza Venosa.

  • Assenza di segni clinici visibili o palpabili di flebopatia
  • Teleangectasie o varici reticolari
  • Varici
  • Edema senza alterazioni cutanee
  • Alterazioni cutanee attribuite alla flebopatia
  • Come C4 con ulcere cicatrizzate
  • Come C4 con ulcere in fase attiva

Spiegazione dei sintomi

Il dolore, la sensazione di pesantezza alle gambe, e la presenza al termine della giornata di un edema alle caviglie, rappresentano i sintomi più frequenti dell’ipertensione venosa iniziale.
La loro causa è dovuta ad una riduzione del tono della parete delle vene. Quest’ultimo fattore porta ad un’ipossia (riduzione di ossigeno) della parete venosa che a sua volta provoca dolore, e questo spiegherebbe perché il dolore è già presente negli stadi iniziali dell’Insufficienza Venosa.
Parestesie, gambe irrequiete o crampi notturni compaiono in genere quando all’ipossia si associano alterazioni della viscosità del sangue legate alla stasi che si verifica quando si mantiene una posizione supina o immobile per periodi prolungati, cioè al cinema, a teatro, o di notte.
L’edema è legato all’aumento della pressione venosa a cui consegue il sovraccarico della rete dei vasi linfatici con essudazione di fluidi. I capillari e il microcircolo vengono coninvolti.

Uno stadio successivo dell’Insufficienza Venosa è quello delle varici. A questo punto il paziente nota la presenza di piccole vene dilatate e tortuose , visibili soprattutto in posizione eretta, in corrispondenza delle cosce, delle gambe e del cavo popliteo (dietro il ginocchio).

Il paziente in questa situazione non ha ancora una sintomatologia particolarmente significativa, anche se può lamentare dei disturbi soggettivi quali fastidio, prurito e sensazione di bruciore.

La cosa è diversa se queste varicosità hanno sede lungo le due vene principali della gamba (Safena Interna e Safena Esterna), espressione sempre di un reflusso più o meno importante che viene dalle valvole di sbocco delle safene nel circolo venoso profondo.
Infine possono comparire in uno stadio successivo alterazioni cutanee rappresentate da pigmentazioni brunastre, visibili talvolta intorno alla caviglia o dallo sviluppo di eczemi o di ulcere venose.
In tutti gli stadi dell’Insufficienza Venosa Cronica è oggi possibile offrire al paziente un trattamento adeguato risolutivo ed anche estetico non solo nei primi stadi e che va dalla scomparsa delle teleangectasie (capillari) e delle varici, alla riduzione dell’edema ed al rimodellamento dell’arto.

Valutazioni e prestazioni eseguite nel nostro centro:

Valutazione posturale

La postura è un elemento importante per il normale deflusso venoso che viene assicurato dalla corretta funzione degli arti e dal meccanismo di pompa dei muscoli del polpaccio durante la deambulazione e viene assicurata da una corretta funzione dell’arcata plantare (podometria).

Valutazione del tessuto sottocutaneo

Permette di conoscere la quantità e la tipologia di tessuto sottocutaneo nel quale si può riconoscere e valutare l’eventuale presenza di edema, di fibrosi, di sclerosi associate al tipo di vascolarizzazione presente.

Valutazione emodinamica del deflusso venoso

Permette una corretta valutazione dell’esistenza di reflussi, ma anche rende possibile la cartografia delle varici e dei punti di fuga da cui esse nascono per una più corretta indicazione terapeutica.

Grading della Insufficienza Venosa Cronica

È essenziale perché permette di inquadrare il paziente nelle diverse categorie in cui è stato diviso il progredire dell’insufficienza venosa cronica, e pertanto un corretto inquadramento del paziente.

Bendaggio e colle di zinco

Sono delle procedure ausiliarie che utilizzando diverse tecniche, permettono di ridurre e curare alcuni gradi di Insufficienza Venosa Cronica migliorando i risultati dell’azione terapeutica.

Flebolinfostasi

È in realtà l’edema (cioè l’ingrossamento) delle caviglie o di tutta la gamba in seguito alla Ipertensione Venosa delle varici che, agendo sul microcircolo, rende insufficiente il riassorbimento di parte del liquido interstiziale attraverso i vasi linfatici, segno del conseguente scompenso del circolo linfatico stesso.

Mesoterapia

Nell’Insufficienza Venosa Cronica è costituita dall’iniezione intradermica distrettuale di un insieme di farmaci in piccole dosi, attraverso aghi sottili lunghi circa 4 mm. Lo scopo di questa terapia è favorire l’eliminazione dei liquidi in eccesso, disintossicare l’organismo e migliorare la tonicità ed elasticità della cute. Nella Insufficienza Veno-Linfatica è indicata per il trattamento di alcune condizioni presenti in questa patologia: la pannicolopatia edemato-fibrosclerotica (cosiddetta cellulite) e le adiposità distrettuali. I farmaci variano a secondo del tipo di patologia da trattare: sono rivitalizzanti cutanei, capillaro-protettori, antinfiammatori, antiedemigeni. Solitamente un ciclo di mesoterapia comprende da 8 a 15 sedute con frequenza settimanale, bisettimanale e mensile.

Scleroterapia

È  una tecnica volta alla chiusura di un tratto venoso, sede di dilatazione varicosa, oppure di un gruppo di capillari (teleangectasie) mediante l’iniezione all’interno dei vasi stessi, di una soluzione sclerosante che causa istantaneamente una reazione infiammatoria locale; si ottiene così la trombizzazione ed il successivo riassorbimento del tratto varicoso, oppure la cancellazione dei capillari. L’azione lesiva della soluzione sclerosante è limitata alla parete venosa nel punto d’iniezione; già a breve distanza dal punto sottoposto e sclerosi il composto è così diluito da essere inoffensivo. La scleroterapia è particolarmente indicata per la rimozione di capillari (teleangectasie), di piccole varici e degli angiomi cutanei. E’ una terapia per nulla dolorosa , in quanto gli aghi ipodermici monouso sono di calibro ridottissimo. Solitamente la scleroterapia viene eseguita nel periodo invernale in modo da evitare che i raggi UV colpendo direttamente la parte trattata, subito dopo l’intervento creino pigmentazioni della pelle.

Diagnosi e profilassi delle varici in gravidanza

Rappresenta un importante problema presente in molte donne durante la gravidanza, che può complicarne il decorso, ma soprattutto lasciare dopo il parto la presenza di varici più o meno estese o un quadro di Insufficienza venosa cronica. Una corretta profilassi è essenziale soprattutto nelle gestanti che fin dai primi mesi presentano una Insufficienza Venosa Cronica, o siano già portatrici di varici, o siano soggetti predisposti per familiarità.

Flebectomie e Varicectomie

Sono l’asportazione in anestesia locale e mediante microincisioni (senza punti di sutura) di tratti vene dilatate e refluenti.

Stripping in ambulatorio chirurgico

È l’asportazione in anestesia locale (ma sempre con l’assistenza di un’anastesista) delle varici originate dalla dilatazione delle vene Safena Interna, Safena Esterna e dei loro affluenti. Rappresentano circa l’80% delle varici che sostengono una Insufficienza Venosa Superficiale.

Trattamento delle varici con Laser Endovascolare

In casi selezionati di varici della vena Safena Interna, è possibile un trattamento mediante incannulazione del vaso con una sonda Laser che porta alla sua obliterazione senza lasciare tracce sulla cute, e solo con una mini incisione. Tale trattamento viene eseguito senza ricovero, in ambulatorio chirurgico e con anestesia loco-regionale.

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